Giornata per la parità retributiva

Il 28 febbraio 2014 si festeggia in tutta l'Unione Europea la Giornata Europea per la Parità Retributiva. Le precedenti edizioni sono state svolte il 5 marzo 2011 e il 2 marzo 2012.

Perché il 28 febbraio

La data ha un valore simbolico perché il 28 febbraio è il 59° giorno dell’anno e 59 sono i giorni che una donna dovrebbe lavorare in più per guadagnare tanto quanto un uomo.

Lo scopo della Giornata

Viviane  RedingViviane Reding, Vicepresidente della Commissione europea e Commissaria per la Giustizia, presenta così lo scopo dell'iniziativa: “La giornata europea per la parità retributiva serve a ricordarci le disparità di condizioni retributive che ancor oggi le donne subiscono sul mercato del lavoro. [...] Il principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro è sancito dai trattati dell’Unione fin dal 1957 e sarebbe ora di farlo valere ovunque. Perciò diamoci da fare per ottenere risultati concreti 365 giorni all’anno e non solo in occasione della Giornata per la parità retributiva!”.

Iniziative per ridurre il gap

La Commissione per la Giustizia, attraverso il progetto Equality Pays Off (L’Uguaglianza Paga), sostiene i datori di lavoro impegnati a ridurre il gap retributivo di genere, sensibilizzando le imprese ai vantaggi economici che possono venire dall’uguaglianza e dalla parità di retribuzione tra i sessi.

Esempi di buone pratiche seguite da imprese impegnate a ridurre le disparità retributive (Fonte):

  • la Axel Springer AG (società editoriale tedesca) ha promosso un programma finalizzato a portare al 30% la percentuale di donne con posizioni dirigenziali nell’arco di 5-8 anni;
  • la Kleemann Hellas SA (impresa greca che fabbrica ascensori) intende aumentare il numero di donne (dall'attuale 5% al 30%) nei reparti di servizi vendita e assistenza tecnica;
  • la Omnitel (compagnia telefonica) ha realizzato in Lituania un progetto finalizzato a equilibrare vita lavorativa e vita privata nella cultura organizzativa dando al personale la possibilità di lavorare in modo flessibile, con il risultato di un aumento della percentuale di donne manager nell’impresa;
  • il German Women’s Leadership Council dell’IBM in Germania incoraggia le donne a intraprendere una carriera nel settore delle telecomunicazioni fornendo un tutoraggio personalizzato e a distanza alle studentesse e alle colleghe più giovani.

Il divario retributivo di genere in numeri

Il divario retributivo di genere (cioè la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne) nell’Unione Europea è del 16,2%.

In Italia il divario è meno accentuato, con una differenza del 5,3%.

Anche se gli ultimi dati (dati EUROSTAT 2010) indicano una riduzione del divario che negli anni precedenti era giunto al 17%, questo ribasso non può essere considerato realmente incoraggiante.

Sembra infatti attribuibile ad una riduzione dei salari e a un aumento dei lavori part-time tra gli uomini, imputabile alla recessione economica, piuttosto che a un miglioramento delle condizioni retributive delle donne.

Statistiche eurostat 2010 divario salariale di genere

Figura: Statistiche sul divario retributivo uomo-donna. Eurostat 2010 (tranne per la Grecia: 2008). Fonte: European Press releases database.

Le cause del divario salariale tra uomini e donne

Sul sito della Commissione Europea per la Giustizia, su cui è possibile visitare un'area tematica dedicata al tema del divario salariale di genere, vengono elencate alcune delle possibili cause di tale divario.

  • Maschio o femmina: stesse opportunità? Anche se i bambini alla nascita hanno in teoria le stesse opportunità, le loro aspettative a livello di istruzione e di carriera sono oggi ancora diverse, con una prospettiva di guadagno degli uomini in media superiore del 16% rispetto a quella delle donne.
  • Il nostro lavoro è valutato come quello degli altri? Anche quando le qualifiche delle donne sono pari o superiori a quelle degli uomini, spesso le loro competenze non ricevono lo stesso riconoscimento e la loro carriera è più lenta.
  • Avere un figlio danneggerà la mia carriera? Ancora oggi le responsabilità nella gestione familiare non sono condivise in maniera equa tra i partner. La conseguenza è che le donne subiscono interruzioni di carriera più frequenti e spesso non tornano a lavorare a tempo pieno.
  • Stesso lavoro, stessa pensione? Poiché le donne, a parità di percorso lavorativo, percepiscono una retribuzione oraria inferiore e accumulano un minor numero di ore di lavoro nel corso della loro vita rispetto agli uomini, anche le loro pensioni sono ridotte. Di conseguenza, tra gli anziani vi sono più donne in stato di povertà rispetto agli uomini.

E se ci fosse dell'altro?

La Psicologia con altre discipline, in primis la Sociologia, studia da tempo le differenze di genere.

Differenze di genere si possono, purtroppo, riscontrare in moltissimi contesti. La maggior parte di queste differenze sono associate a stereotipi e pregiudizi culturali che portano le persone a reagire, in modo automatico e irrazionale, alla persona che si ha di fronte in base al suo sesso.

Gli stereotipi più frequenti associati agli uomini sono quelli di forza, autonomia, autorevolezza, competitività e, in ambito lavorativo, si traducono nell'associare più frequentemente la figura maschile a ruoli che implichino fisicità, tecnicismo e comando.

All'opposto, gli stereotipi tipicamente associati alle donne sono quelli della cura, della delicatezza/fragilità, della collaborazione. Tali stereotipi si traducono, nei contesti professionali, in una maggiore presenza delle donne in ruoli di assistenza e ai livelli più bassi delle gerarchie aziendali.

Uno dei risvolti più negativi del perpetuarsi di questi stereotipi è che, non solo le donne si trovano a guadagnare meno degli uomini a parità di contesto lavorativo e qualifica, ma si trovano ad essere ancora più presenti in questi contesti e in quei livelli gerarchici in cui il ritorno economico è estremamente inferiore. E ciò nonostante quei contesti e quei ruoli richiedano un grande investimento in termini di formazione, addestramento, dedizione e impegno.

Il riflesso di questo gap di genere è enorme in ogni sfera della vita delle persone, oltre che in quella economica.

Inoltre, non si può trascurare l'effetto che esso ha su tutta la società. Privare alcuni settori lavorativi o livelli gerarchici di una maggiore eterogeneità di genere significa privare quei contesti aziendali e sociali del contributo che uomini e donne insieme possono dare. Basti pensare, per fare uno dei più evidenti e semplici degli esempi, alla preponderante presenza femminile nelle scuole di primo e secondo grado e alla conseguente scarsissima presenza degli uomini.

Tale scarsa eterogeneità ha un effetto sia sul divario salariale, visto che quello degli insegnanti è una delle occupazioni meno retribuite e, soprattutto, con maggiore precarietà, ma anche sui bambini e i ragazzi, che vengono privati della fondamentale presenza di diversi modelli a cui fare riferimento.

Una speranza per il futuro: non più solo pari opportunità ma anche pari prospettive

L'impegno della società, a tutti i suoi livelli, deve essere quello di garantire alle nuove generazioni non più solo pari opportunità (diritto ottenuto grazie a tante battaglie a ancora oggi spesso vacillante), ma anche reali pari prospettive di formazione, di inserimento professionale, di carriera, di vita, indipendentemente dal genere della persona. Perché è di Persona, nella sua unica diversità, che si dovrebbe finalmente riuscire a parlare.

In questo difficile cammino gli psicologi offrono il loro contributo, attraverso progetti di ricerca, campagne di sensibilizzazione, incontri informativi e formativi, consulenze nelle aziende. Siamo fiduciosi che l'impegno portato avanti dagli psicologi  contribuisca progressivamente alla diffusione di una cultura più paritaria e che allo stesso tempo valorizzi le differenze, anziché farne causa di discriminazione.

 

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